lunedì 22 febbraio 2016

Torna parole di cuore, gli scrittori per i bimbi del Fatebenefratelli

Riprende giovedì 25 Febbraio 2016 PAROLE DI CUORE SATISFICTION, l’iniziativa che da 4 anni porta gli scrittori milanesi a diventare lettori volontari per i bimbi ricoverati negli ospedali.
L’iniziativa, nasce dall’idea del critico letterario Gian Paolo Serino e dal portale di letteratura www.satisfiction.me
Da quest’anno ogni giovedì pomeriggio gli scrittori racconteranno  storie e leggeranno libri ai bambini ospiti della “Casa Pediatrica Fatebenefratelli di Milano”, il reparto da poco inaugurato all’Ospedale Fatebenefratelli, diretto dal Professor Luca Bernardo. 
Continuando il progetto ideato da Donata Berger per il benessere dei piccoli degenti : http://www.casapediatrica.it  

Gli incontri si tengono ogni giovedì alle 17 alla Casa Pediatrica Fatebenefratelli 

25 febbraio Ranieri Polese
03 marzo Paolo Di Stefano
10 marzo Giovanni Gastel
17 marzo Stefania Nascimbeni
24 marzo Hans Tuzzi
31 marzo Marco Missiroli
07 aprile Alessandro Zaccuri
14 aprile Maria Pace Ottieri
21 aprile Mario De Santis
28 aprile Flavio Villani
05 maggio Alessandro Beretta
12 maggio Giuseppe Marotta
19 maggio Davide Steccanella
26 maggio Giuseppe Catozzella
09 giugno Walter Siti e Silvia De Laude

ps. nell'immagine che vedete c'è il disegno di Mattia, un bambino di 9 anni malato di cancro, durante la mia precedente esperienza all'Istituto dei Tumori, sempre per Parole di Cuore.

lunedì 1 febbraio 2016

"Bianca da morire", l'esordio di Elena Mearini in Cairo, allo Spazio Open!

Uscito il 28 gennaio in libreria e già richiestissimo, "Bianca da morire" sarà presentato questa sera a Milano allo spazio Open di viale Monte Nero, il libro di esordio della meravigliosa Elena Mearini per Cairo. Ma non un esordio in assoluto, infatti parliamo di un'autrice eclettica, di una donna a 360°... che già da tempo ha conquistato il cuore dei lettori con il suo genere assolutamente unico. Un'amica, una ragazza semplice ma intellettualmente sofisticata, innamorata della scrittura e con quello sguardo acceso quando le parli di libri, che riconosci solo in chi è un po' speciale.

Elena è così...

Nata a Milano nel '78, si occupa di narrativa e poesia e conduce laboratori di scrittura creativa nelle comunità e nei centri di riabilitazione psichiatrica. Pubblica il suo primo libro, "360° di rabbia", nel 2009, e negli anni successivi esce con altri due strepitosi romanzi, un paio di raccolte di poesia, oltre ad aggiudicarsi diversi premi letterari.

Ma chi è Bianca?

Bianca siamo noi. L’incarnazione terribile delle nostre ambizioni frustrate, delle nostre paure infantili che non ci lasciano mai.
Bianca è anche un Paese intero, che ha in Milano il suo specchio più illusorio.

«Bianca assume su di sé la malvagità, è l’opposto di una santa, eppure forse sfiora il martirio. Di certo, la poesia.» Laura Bosio

"Bianca si muove nella Milano dei giardini verticali e del cambiamento, ha sedici anni, è ossessionata dal desiderio di sfondare nel mondo del cinema. Per farlo, è pronta ad ascoltare la più nera parte del cuore. Mentire, manipolare, sedurre. Uccidere.
Per lei il corpo è un’arma letale, strumento di affermazione, di riconoscimento. Un corpo-arma per non morire anonima.
Dove il linguaggio della cronaca e i sociologismi sul disagio giovanile non possono arrivare, Bianca da morire scava fino a toccare il grumo autentico di desideri e solitudine che determina azioni scioccanti."

Questa sera il libro sarà presentato dall'autrice insieme con Laura Bosio, Lucrezia Lerro, Marco Garavaglia. E letture scenica a cura di Roger Mantovani.

Ore 19,00  c/o Spazio Open - viale Monte Nero 6!

domenica 3 gennaio 2016

Dal Simposio di Platone, il mito dell'anima gemella divisa a metà

Durante il simposio, prende la parola anche il commediografo Aristofane e dà la sua opinione sull'amore narrando un mito. Un tempo - egli dice - gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v'era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all'antica perfezione. 

....mi sembra che gli uomini non si rendano assolutamente conto della potenza dell'Eros. Se se ne rendessero conto, certamente avrebbero elevato templi e altari a questo dio, e dei più magnifici, e gli offrirebbero i più splendidi sacrifici. Non sarebbe affatto come è oggi, quando nessuno di questi omaggi gli viene reso. E invece niente sarebbe più importante, perché è il dio più amico degli uomini: viene in loro soccorso, porta rimedio ai mali la cui guarigione è forse per gli uomini la più grande felicità. 
Dunque cercherò di mostrarvi la sua potenza, e voi fate altrettanto con gli altri. Ma innanzitutto bisogna che conosciate la natura della specie umana e quali prove essa ha dovuto attraversare. 

Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non era quella che è oggi, ma molto differente. Allora c'erano tra gli uomini tre generi, e non due come adesso, il maschio e la femmina. Ne esisteva un terzo, che aveva entrambi i caratteri degli altri. Il nome si è conservato sino a noi, ma il genere, quello è scomparso. Era l'ermafrodito, un essere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del maschio che della femmina. Oggi non ci sono più persone di questo genere. Quanto al nome, ha tra noi un significato poco onorevole. Questi ermafroditi erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani, quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell'unica testa. Avevano quattro orecchie, due organi per la generazione, e il resto come potete immaginare. Si muovevano camminando in posizione eretta, come noi, nel senso che volevano. E quando si mettevano a correre, facevano un po' come gli acrobati che gettano in aria le gambe e fan le capriole: avendo otto arti su cui far leva, avanzavano rapidamente facendo la ruota. 
La ragione per cui c'erano tre generi è questa, che il maschio aveva la sua origine dal Sole, la femmina dalla Terra e il genere che aveva i caratteri d'entrambi dalla Luna, visto che la Luna ha i caratteri sia del Sole che della Terra. La loro forma e il loro modo di muoversi era circolare, proprio perché somigliavano ai loro genitori. Per questo finivano con l'essere terribilmente forti e vigorosi e il loro orgoglio era immenso. Così attaccarono gli dèi e quel che narra Omero di Efialte e di Oto, riguarda gli uomini di quei tempi: tentarono di dar la scalata al cielo, per combattere gli dèi. Allora Zeus e gli altri dèi si domandarono quale partito prendere. Erano infatti in grave imbarazzo: non potevano certo ucciderli tutti e distruggerne la specie con i fulmini come avevano fatto con i Giganti, perché questo avrebbe significato perdere completamente gli onori e le offerte che venivano loro dagli uomini; ma neppure potevano tollerare oltre la loro arroganza. 
Dopo aver laboriosamente riflettuto, Zeus ebbe un'idea. "lo credo - disse - che abbiamo un mezzo per far sì che la specie umana sopravviva e allo stesso tempo che rinunci alla propria arroganza: dobbiamo renderli più deboli. Adesso - disse - io taglierò ciascuno di essi in due, così ciascuna delle due parti sarà più debole. Ne avremo anche un altro vantaggio, che il loro numero sarà più grande. Essi si muoveranno dritti su due gambe, ma se si mostreranno ancora arroganti e non vorranno stare tranquilli, ebbene io li taglierò ancora in due, in modo che andranno su una gamba sola, come nel gioco degli otri." 
Detto questo, si mise a tagliare gli uomini in due, come si tagliano le sorbe per conservarle, o come si taglia un uovo con un filo. Quando ne aveva tagliato uno, chiedeva ad Apollo di voltargli il viso e la metà del collo dalla parte del taglio, in modo che gli uomini, avendo sempre sotto gli occhi la ferita che avevano dovuto subire, fossero più tranquilli, e gli chiedeva anche di guarire il resto. 
Apollo voltava allora il viso e, raccogliendo d'ogni parte la pelle verso quello che oggi chiamiamo ventre, come si fa con i cordoni delle borse, faceva un nodo al centro del ventre non lasciando che un'apertura - quella che adesso chiamiamo ombelico. Quanto alle pieghe che si formavano, il dio modellava con esattezza il petto con uno strumento simile a quello che usano i sellai per spianare le grinze del cuoio. Lasciava però qualche piega, soprattutto nella regione del ventre e dell'ombelico, come ricordo della punizione subìta. Quando dunque gli uomini primitivi furono così tagliati in due, ciascuna delle due parti desiderava ricongiungersi all'altra. Si abbracciavano, si stringevano l'un l'altra, desiderando null'altro che di formare un solo essere. E così morivano di fame e d'inazione, perché ciascuna parte non voleva far nulla senza l'altra. E quando una delle due metà moriva, e l'altra sopravviveva, quest'ultima ne cercava un'altra e le si stringeva addosso - sia che incontrasse l'altra metà di genere femminile, cioè quella che noi oggi chiamiamo una donna, sia che ne incontrasse una di genere maschile. 
E così la specie si stava estinguendo. Ma Zeus, mosso da pietà, ricorse a un nuovo espediente. Spostò sul davanti gli organi della generazione. 

Fino ad allora infatti gli uomini li avevano sulla parte esterna, e generavano e si riproducevano non unendosi tra loro, ma con la terra, come le cicale. Zeus trasportò dunque questi organi nel posto in cui noi li vediamo, sul davanti, e fece in modo che gli uomini potessero generare accoppiandosi tra loro, l'uomo con la donna. Il suo scopo era il seguente: nel formare la coppia, se un uomo avesse incontrato una donna, essi avrebbero avuto un bambino e la specie si sarebbe così riprodotta; ma se un maschio avesse incontrato un maschio, essi avrebbero raggiunto presto la sazietà nel loro rapporto, si sarebbero calmati e sarebbero tornati alle loro occupazioni, provvedendo così ai bisogni della loro esistenza. E così evidentemente sin da quei tempi lontani in noi uomini è innato il desiderio d'amore gli uni per gli altri, per riformare l'unità della nostra antica natura, facendo di due esseri uno solo: così potrà guarire la natura dell'uomo. Dunque ciascuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario. Per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare, perché quell'unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole. E' per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare. Stando così le cose, tutti quei maschi che derivano da quel composto dei sessi che abbiamo chiamato ermafrodito si innamorano delle donne, e tra loro ci sono la maggior parte degl adulteri; nello stesso modo, le donne che si innamorano dei maschi e le adultere provengono da questa specie; ma le donne che derivano dall'essere completo di sesso femminile, ebbene queste non si interessano affatto dei maschi: la loro inclinazione le porta piuttosto verso le altre donne ed è da questa specie che derivano le lesbiche. I maschi, infine, che provengono da un uomo di sesso soltanto maschile cercano i maschi. Sin da giovani, poiché sono una frazione del maschio primitivo, si innamorano degli uomini e prendono piacere a stare con loro, tra le loro braccia. Si tratta dei migliori tra i bambini e i ragazzi, perché per natura sono più virili. Alcuni dicono, certo, che sono degli spudorati, ma è falso. Non si tratta infatti per niente di mancanza di pudore: no, è i loro ardore, la loro virilità, il loro valore che li spinge a cercare i loro simili. Ed eccone una prova: una volta cresciuti, i ragazzi di questo tipo sono i soli a mostrarsi veri uomini e a occuparsi di politica. Da adulti, amano i ragazzi: il matrimonio e la paternità non li interessano affatto - è la loro natura; solo che le consuetudini li costringono a sposarsi ma, quanto a loro, sarebbero bel lieti di passare la loro vita fianco a fianco, da celibi. In una parola, l'uomo cosiffatto desidera ragazzi e li ama teneramente, perché è attratto sempre dalla specie di cui è parte. Queste persone - ma lo stesso, per la verità, possiamo dire di chiunque - quando incontrano l'altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straodinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall'affinità con l'altra persona, se ne innamoranc e non sanno più vivere senza di lei - per così dire - nemmeno un istante. E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s'aspettano l'uno dall'altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell'amore: non possiamo immaginare che l'attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C'è qualcos'altro: evidentemente la loro anima cerca nell'altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza. Se, mentre sono insieme, Efesto si presentasse davanti a loro con i suoi strumenti di lavoro e chiedesse: "Che cosa volete l'uno dalI'altro?", e se, vedendoli in imbarazzo, domandasse ancora: "Il vostro desiderio non è forse di essere una sola persona, tanto quanto è possibile, in modo da non essere costretti a separarvi né di giorno né di notte? Se questo è il vostro desiderio, io posso ben unirvi e fondervi in un solo essere, in modo che da due non siate che uno solo e viviate entrambi come una persona sola. Anche dopo la vostra morte, laggiù nell'Ade, voi non sarete più due, ma uno, e la morte sarà comune. Ecco: è questo che desiderate? è questo che può rendervi felici?" A queste parole nessuno di loro - noi lo sappiamo - dirà di no e nessuno mostrerà di volere qualcos'altro. 
Ciascuno pensa semplicemente che il dio ha espresso ciò che da lungo tempo senza dubbio desiderava: riunirsi e fondersi con l'altra anima. Non più due, ma un'anima sola. La ragione è questa, che la nostra natura originaria è come l`ho descritta. Noi formiamo un tutto: il desiderio di questo tutto e la sua ricerca ha il nome di amore. Allora, come ho detto, eravamo una persona sola; ma adesso, per la nostra colpa, il dio ci ha separati in due persone, come gli Arcadi lo sono stati dagli Spartani. Dobbiamo dunque temere, se non rispettiamo i nostri doveri verso gli dèi, di essere ancora una volta dimezzati, e costretti poi a camminare come i personaggi che si vedono raffigurati nei bassorilievi delle steli, tagliati in due lungo la linea del naso, ridotti come dadi a metà. Ecco perché dobbiamo sempre esortare gli uomini al rispetto degli dèi: non solo per fuggire quest'ultimo male, ma anche per ottenere le gioie dell'amore che ci promette Eros, nostra guida e nostro capo. A lui nessuno resista - perché chi resiste all'amore è inviso agli dèi. Se diverremo amici di questo dio, se saremo in pace con lui, allora riusciremo a incontrare e a scoprire l'anima nostra metà, cosa che adesso capita a ben pochi. E che Erissimaco non insinui, giocando sulle mie parole, che intendo riferirmi a Pausania e Agatone: loro due ci sono riusciti, probabilmente, ed entrambi sono di natura virile. 
Io però parlo in generale degli uomini e delle donne, dichiaro che la nostra specie può essere felice se segue Eros sino al suo fine, così che ciascuno incontri l'anima sua metà, recuperando l'integrale natura di un tempo. Se questo stato è il più perfetto, allora per forza nella situazione in cui ci troviamo oggi la cosa migliore è tentare di avvicinarci il più possibile alla perfezione: incontrare l'anima a noi più affine, e innamorarcene. 
Se dunque vogliamo elogiare con un inno il dio che ci può far felici, è ad Eros che dobbiamo elevare il nostro canto: ad Eros, che nella nostra infelicità attuale ci viene in aiuto facendoci innamorare della persona che ci è più affine; ad Eros, che per l'avvenire può aprirci alle più grandi speranze. Sarà lui che, se seguiremo gli dèi, ci riporterà alla nostra natura d'un tempo: egli promette di guarire la nostra ferita, di darci gioia e felicità.
(Platone, Simposio)

mercoledì 30 dicembre 2015

Poesia di Capodanno, di Gianni Rodari

Cari amici lettori,
vorrei condividere con voi questa bellissima poesia sull'anno nuovo di Gianni Rodari, maestro delle favole e idolo della mia infanzia. Chi si ricorda le sue "favole al telefono" alzi la mano! Io ricordo che la sera, prima di coricarmi, c'erano solo due adorate voci che mi convincevano a mettere la testa sul cuscino, una era quella di mia nonna, la mia meravigliosa nonnina Sara, che mi faceva tanto ridere, l'altra era quella del buon Rodari.
Auguro a tutti voi un nuovo anno pieno di energia, amore e tenacia. Perché senza di quella tutto il resto si disperde un po', ahimè.



"Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno."
(Gianni Rodari)

venerdì 4 dicembre 2015

Natale con gli autori, Angeli per una sera!



Martedì 1 dicembre 2015 si è svolta la Terza Edizione ufficiale di "Natale con gli autori", questa volta intitolata "Angeli per una sera", l'iniziativa che io e Valeria Merlini portiamo avanti da tre anni durante il periodo delle feste: in pratica riunuiamo un gruppo di scrittori e giornalisti e facciamo qualcosa di utile, bello, a volte pazzo, per la città di Milano per sensibilizzare alla lettura, e anche per stare insieme, perché ci piace così tanto...
Martedì scorso ci siamo riuniti intorno alla Stazione Centrale di Milano per trascorrere la serata insieme ai City Angels, soccorrendo i bisognosi, preparando cibo, vestiti e tè caldo per i senzatetto.






Tutto si è svolto per le strade, partendo dalla sede operativa dei City Angels (sotto ai tunnel alle spalle della Stazione). Guidati dai capi squadra di Mario Furlan, gli autori si sono resi disponibili per la ronda serale.



Hanno partecipato:



Roberto Rasia Dal Polo

Chiara Beretta Mazzotta

Massimo Milone

Lucia Tilde Ingrosso

Isa Grassano

Ilaria Sicchirollo

Giovanni Gastel Jr

Alex Corlazzoli

Valeria Benatti

Marina Perzy



Giulia Martelli per le riprese del video



e gli amici

Raffaele Falappi e Andrea Galli Larghi







Il 3 dicembre 2015 abbiamo consegnato personalmente 200 libri autografati dagli autori e con una dedica speciale per i pazienti ricoverati allo IEO, Istituto Oncologico Europeo... vuol dire che li abbiamo sollevati, imballati, trasportati proprio a mano, caricando il tutto sul baule stracolmo della mia auto!


Lo stesso giorno un centinaio di libri per bambini sono andati alla OBM Onlus con sede presso l’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi.
Mentre entro Natale altri 200 libri verranno consegnati al carcere di San Vittore!
Appena ci riprendiamo...



Valeria Merlini, in particolar modo, ringrazia le seguenti case editrici per aver gentilmente e puntualmente risposto all’appello di voler donare libri come pensiero di Natale per i malati di tumore.



Un doveroso ringraziamento quindi a:

Add editore

Babel Agency (Maddalena Cazzaniga)

Baldini & Castoldi

Castelvecchi, Arcana, Ultra, Elliot

Einaudi ragazzi

Emons audiolibri

Garzanti

Giunti

Guanda

Harper Collins Italia

Iperborea

Marsilio

Mondadori

Morellini

NEO

Neri Pozza

Newton Compton

NNE

Nord, TEA (Limina, Tre60)

Nutrimenti

Sinnos

Sonda

Wingsbert House



Ma anche agli autori che hanno donato i loro testi:

Stefania Nascimbeni

Alessandra Appiano

Rossella Calabrò

Irene Cao

Roberto D’Incau

Giulia Gambaro

Giovanni Gastel jr.

Isa Grassano

Lucia Tilde Ingrosso

Massimo Milone

Marina Perzy

Roberto Rasia Dal Polo

Ilaria Sicchirollo

Stefano Vignaroli




E per finire grazie ai “semplici” lettori che hanno risposto all’appello lanciato su facebook dall’amico Gian Paolo Serino.

In attesa della prossima edizione di "Natale con gli autori 2016", vi porgiamo i nostri più cordiali saluti e vi chiediamo gentilmente di diffondere la nostra iniziativa attraverso i vostri canali.




Grazie e Buone Feste



Stefania Nascimbeni

Valeria Merlini